Voglio vedere la sete dentro le sillabe:
voglio toccare il fuoco nel suono:
voglio sentire il buio del grido. Voglio parole aspre come pietre vergini.
– Pablo Neruda, Le Mani del Giorno
È il 23 maggio 1878 quando Giovanni Premoli, un pescatore Castelvetro (sulla sponda piacentina del Po) si accorge che un vaso metallico è rimasto impigliato nella sua rete. L’oggetto viene venduto per poche lire a un orafo locale e dopo vari passaggi di mano l’ispettore ai Monumenti di Cremona, Francesco Robolotti, scopre che il contenitore è in realtà un “aryballos” d’argento di mezzo chilo risalente all’epoca romana. Nel momento in cui se ne scopre il valore, il vaso scompare.
Gli studiosi lo battezzano “Gutturnium”, spiegando come in origine venisse utilizzato al termine delle cene nell’antica Roma come calice collettivo. Un rito in cui i commensali si passavano il vaso di mano in mano, svuotandolo lentamente del vino prelibato. Il termine “Gutturnio” viene quindi adottato per definire il vino tipico della regione dei Colli Piacentini.
Luretta produce Gutturnio Superiore dai primi anni Novanta, mantenendo viva una tradizione che si protrae da secoli e rispettandone lo stile originale. Barbera (60%) e Croatina (40%) vengono affinati in legno per nove mesi prima di essere imbottigliati per formare un vino nervoso, intenso e affilato.
Località Castello di Momeliano
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