Gutturnio Superiore

Tagliente, sincero, proverbiale

Il primo vino DOP dei Colli Piacentini non scende a compromessi: la combinazione di Barbera e Croatina forma un vino robusto, impenitente, che presenta le sue radici con orgoglio e testa alta.

ORGOGLIO RUSTICO

Riuscire ad andare dritti al punto è una dote rara di questi tempi. Gutturnio Superiore parla un linguaggio diretto, senza filtri e senza preoccuparsi di piacere a tutti i costi. C’è un piacere malsano nel sentirsi dire le cose come stanno, ma se è vero che la prima impressione è quella che conta il nostro Gutturnio non lascia spazio a dubbi.
Il Gutturnio Superiore di Luretta è un vino che non lascia tempo alle smancerie. Limpido nell’intenzione e provocante nel carattere, è un prodotto di nicchia che chi assaggia non dimentica. Creato seguendo la tradizione locale dall’unione di uve Barbera e Croatina, Gutturnio Superiore si distingue da altre interpretazioni per il suo lungo processo di affinamento in barrique di rovere. Un vino all’apparenza innocuo, che presenta la sua personalità ruvida e dirompente al primo sorso, perfetto per celebrare un’amicizia sigillata dal tempo.

carattere

Vino nervoso e irriverente, che combina Barbera (60%) e Croatina (40%) per omaggiare la tradizione secolare del Gutturnio. Profumo terroso e intensi sentori di ribes e mirtillo, perfetto da accompagnare a formaggi e salumi di lunga stagionatura.

Abbinamenti
Carni rosse, Carni bianche, Salumi-Antipasti
Uvaggi
Barbera, Croatina
Tipicità
Corpo
Tannico
Austerità
Vino
gastronomico
Sapori
locali
Tradizione

Voglio vedere la sete dentro le sillabe:
voglio toccare il fuoco nel suono:
voglio sentire il buio del grido. Voglio parole aspre come pietre vergini.

– Pablo Neruda, Le Mani del Giorno

storia

È il 23 maggio 1878 quando Giovanni Premoli, un pescatore Castelvetro (sulla sponda piacentina del Po) si accorge che un vaso metallico è rimasto impigliato nella sua rete. L’oggetto viene venduto per poche lire a un orafo locale e dopo vari passaggi di mano l’ispettore ai Monumenti di Cremona, Francesco Robolotti, scopre che il contenitore è in realtà un “aryballos” d’argento di mezzo chilo risalente all’epoca romana. Nel momento in cui se ne scopre il valore, il vaso scompare.

Gli studiosi lo battezzano “Gutturnium”, spiegando come in origine venisse utilizzato al termine delle cene nell’antica Roma come calice collettivo. Un rito in cui i commensali si passavano il vaso di mano in mano, svuotandolo lentamente del vino prelibato. Il termine “Gutturnio” viene quindi adottato per definire il vino tipico della regione dei Colli Piacentini.

Luretta produce Gutturnio Superiore dai primi anni Novanta, mantenendo viva una tradizione che si protrae da secoli e rispettandone lo stile originale. Barbera (60%) e Croatina (40%) vengono affinati in legno per nove mesi prima di essere imbottigliati per formare un vino nervoso, intenso e affilato.

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